
Si è confermata una festa in stile familiare l’annuale Santa Messa patronale alla Casa Famiglia “San Benedetto” di Gambellara, i cui responsabili sono i coniugi Massimo e Silvia Santi, presieduta dall’Arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni e concelebrata da don Vincenzo Cetrangolo nella sera di venerdì 10 luglio.
Uno stile familiare, di accoglienza, gioia e condivisione, che contraddistingue tutte le Case Famiglia dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondate da don Oreste Benzi, e diverse di esse, quelle della Romagna in particolare, erano presenti con i loro responsabili e persone accolte alla celebrazione. E a questo stile, all’“essere famiglia” che incarna e testimonia il modo evangelico di vivere e relazionarsi, si è riferito l’Arcivescovo durante l’omelia. Monsignor Ghizzoni è partito da quel carisma dell’accoglienza vissuto da San Benedetto nei suoi monasteri, dove si viveva come in una grande famiglia e dove il responsabile era l’abate, cioè il “padre”.

“Oggi, in questo mondo da un lato fondato sulla globalizzazione – ha detto l’Arcivescovo – come sta avvenendo con la pandemia, e dall’altro pieno di divisioni, guerre, povertà, è sempre più indispensabile per i cattolici unificare, pacificare e affermare che ogni uomo, ogni donna sono da rispettare e amare sempre, dal concepimento al termine naturale della vita.
Ma è ancor più importante diffondere il valore della famiglia naturale e quanto essa incarna. La famiglia naturale, fondata possibilmente sul matrimonio cristiano, è la famiglia che accoglie, che da testimonianza quotidiana, è quella famiglia rinnovata voluta da Gesù Cristo, unica, indissolubile, fondata sulla preghiera, sulla carità, sulla condivisione”.

Un modello da proporre ogni giorno al mondo, ma con l’esempio e la testimonianza, ha chiarito l’Arcivescovo, non con la contrapposizione o con le battaglie ideologiche. Un modello che si basa, ha chiarito, su una “pratica del Vangelo intensa e radicale, e che, proprio per questo, fa nascere rapporti umani veri e profondi anche fra persone e gruppi profondamente diversi fra loro.

E questo è in fondo la missione dei cattolici: avere una apertura mentale e di cuore verso tutti i popoli e non certo essere separati dagli altri. E ribadire l’universalità del messaggio evangelico di salvezza. Sappiamo di non essere soli in questo non facile compito, il Signore ci accompagna ed è vicino a tutte le famiglie perché realizzino in pieno la loro vocazione”.