
(di Francesco Zanotti) Alla fine si è tornati all’inizio. Dopo i giorni del teatrino della politica piĂą bassa e piĂą incomprensibile, è toccato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scendere in campo. L’inquilino del Quirinale lo ha fatto apparendo in televisione e descrivendo due soli scenari possibili. Visto il flop del tentativo esperito da parte del presidente della Camera Roberto Fico, con gli attori in scena che hanno mostrato di essere irresponsabli nonostante i tanti appelli loro rivolti, adesso ci si trova davanti a due soluzioni. O un governo di alto profilo, del Presidente potremmo dire, o si va alle elezioni.
Di fronte a questa possibilitĂ , il presidente ha voluto spiegare ciò che potrebbe accadere. Siamo in mezzo a una crisi sanitaria, economica e sociale e nel pieno di una grande operazione vaccinale. Non ci potremmo permettere una campagna elettorale sfibrante e sfiancante, con assembramenti e con tempi lunghi. Per il primo governo Conte, ha ricordato Mattarella agli smemorati (che saremmo tutti noi), ci sono voluti cinque mesi. Possiamo aspettare così tanto tempo quando abbiamo le risorse provenienti dall’Europa che attendono di essere investite?
Allora adesso tocca a tutti noi. Tocca al Parlamento, e ai partiti che vi hanno rappresentanza, prendersi la dovute responsabilitĂ . La crisi è anche di sistema. Ce lo diciamo da tempo, ma ora è ancora piĂą evidente. L’esecutivo viene di continuo bloccato da chi, se vuole, lo può tenere in scacco. Basta un pugno di parlamentari. Questo potrebbe accadere anche a Mario Draghi, la persona che piĂą di tutti è attesa. La piĂą autorevole in Italia e all’estero. Il meglio, in questo momento, che possiamo dare. Ma avrĂ voglia, l’ex presidente della Bce, uno dal profilo da statista oltre che da economista di razza, di farsi tirare la giacca da Renzi, Di Maio, Salvini, Zingaretti e non so piĂą chi altro, tante ormai sono le nuove formazioni che si stanno creando nei vari circoli romani? AvrĂ tutta questa pazienza di mettersi a mercanteggiare per un ministero o l’altro? O avrĂ la forza di chiedere un ampio mandato per cercare di instradare quei necessari progetti in grado, come lui stesso ha indicato, di mettere l’intero Paese al riparo da future sorprese? I miliardi del recovery plan saranno da investire in attivitĂ capaci di rendere in termini di Pil e non solo, altrimenti i debiti accumulati schiacceranno le future generazioni. E questo non possiamo permettercelo.
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